Anello di Sas Baddes – Nuraghe Mereu – Su Disterru
Un’escursione di due giorni nel Supramonte di Orgosolo, nella parte più antica della foresta di Sas Baddes per visitare Nuraghe Mereu, Su Disterru, S’elighe ‘e Tureddu e diversi ed antichi cuili nel cuore del Supramonte che abbiamo chiamato “Anello di Sas Baddes – Nuraghe Mereu – Su Disterru”.
Questa che andrò a raccontarvi è una delle più belle esperienze che abbia mai vissuto in Supramonte (tanto bella da ripeterla dopo 15gg con gli amici di SardiniaUnknow!!), un’avventura che mi ha lasciato un segno indelebile per i bellissimi luoghi visitati, per la loro storia millenaria e per la condivisione di un così impegnativo percorso con persone speciali.
Il tracciato pianificato prevede di percorrere un grande anello che, il primo giorno, ci porta da Monte Novo San Giovanni verso la località di Ottulu, per scendere verso Campu de Su Mudrecu, entrare nella Foresta di Sas Baddes e visitare Nuraghe Mereu ed, infine, bivaccare a Campu de Su Disterru; mentre per il secondo giorno da Su Disterru si ritorna verso la parte est di Campu de Su Mudrecu per raggiungere Sa Seneppida, visitare S’Elighe ‘e Tureddu e, passando da su Vadu ‘e S’eni e Monte Su Biu, si ritorna a Monte Novo San Giovanni.
Partenza
La partenza è fissata di buon’ora ai piedi di Monte Novo San Giovanni nei pressi della piccola foresta di conifere che ospita una comunità di pipistrelli e dal quale parte il sentiero che aggira sul suo fianco occidentale la parete e dal quale, ben presto, possiamo godere di una magnifica vista del territorio che andremo a visitare.
MONTE NOVO SAN GIOVANNI
Dal punto panoramico di Monte Novo San Giovanni scendiamo verso Fruncu Sa Pira, una piccola collinetta in direzione Nord, per ricongiungerci alla sterrata che dalla Caserma della Forestale di Montes va verso Ottulu. NOTA: Nel caso in cui non si disponesse di un’auto alta o la sterrata che dalla Caserma di Montes porta a Monte Novo San Giovanni fosse in cattive condizioni, si potrebbe lasciare l’auto presso il comodo parcheggio della Caserma e da qui percorrere la sterrata che porta verso Fruncu Sa Pira.
OTTULU
Una volta raggiunta la sterrata il percorso si snoda, prima in una bella foresta e poi in un più ampio paesaggio che, tra lievi discesce e facili salite ci porta, dopo un breve strappo in salita, alla località di Ottulu. In questa zona si trovano degli ovili e una mandria di bovini pascola nei pressi di una fontana abbeveratoio.
CUILE INTRO E MONTES
Dopo una breve sosta attraversiamo il facile passo tra Punta Cabaddaris e Punta Gantinarvu e poco dopo, lungo il bel sentiero, troviamo sulla sinistra la deviazione per il Cuile Intro e’ montes che si trova in un ostico capo pietroso e nei pressi di quella che doveva essere una fonte di acqua tra le rocce.
Ischina e’ Malaviu
Dopo le foto per ricordare questo luogo ostile che un tempo non molto lontano era abitato da pastori, ritorniamo sui nostri passi per riprendere il sentiero che ci porta sulla Ischina ‘e Malaviu, la cresta rocciosa di una collina dalla quale è possibile ammirare il territorio che andremo ad attraversare nelle ore successive.
Da qui si scende verso la vallata attraverso quella che ora è una carrareccia e che costeggia sul fianco OVEST la collinetta di Fruncu Su Porcu che segna l’inizio di un bosco di lecci e querce. E’ subito evidente che il terreno pianeggiante, in questa zona, è più fertile e ricco, e giunti in una piccola radura troviamo un gruppo di maiali che si stanno riposando sotto i raggi del sole che riescono a passare attraverso le fronde degli alberi. Questa radura segna un incrocio e sul sentiero di sinistra si raggiunge l’adiacente zona chiamata Su Lahu ‘e Su Honzu.
SU LAHU E’ SU HONZU
Questo luogo era, ed è ancora, un importante punto di approviggionamento di acqua di pertinenza del vicino Cuile di Su Honzu (Su Congiu) e consiste in un piccolo specchio d’acqua (Su lahu) ricavato da una conca naturale nella roccia attraverso uno sbarramento in pietra e che, per mia esperienza, si secca soltanto ad agosto inoltrato.
Ho avuto la fortuna di visitare lo stesso luogo in pieno inverno durante un’ondata di gelo artico e di ammirarlo completamente ghiacciato ( 3 giorni in Supramonte – WINTER-TREK ).
Una breve pausa ed un veloce spuntino e siamo di nuovo in viaggio verso la parte più settentrionale dell’ampia vallata ricoperta di bassi cespugli che ci porterà sino alla foresta di Sas Baddes e che prende il nome di Campu de Su Mudrecu. Questa zona era in tempi passati parte della foresta di Sas Baddes ma un incendio nel 1931 ne ha distrutto la vegetazione lasciandola esposta e per lo più brulla.
In questa zona troviamo un incrocio di sentieri che, verso sud ci porta, attraversando il campo, all’accesso meridionale della foresta, verso nord ci porterà verso la costa montuosa, fuori dalla foresta e con direzione Su Suercone, mentre verso est, direzione verso cui ci dirigiamo, entriamo nella fantastica foresta di Sas Baddes.
Il primo tratto di sentiero è estremamente piacevole e facilmente percorribile ed è ben evidente che siamo entrati in una foresta particolare e molto antica, con alberi di una certa importanza ed età e man mano che ci addentriamo diviene sempre più particolare. Dopo poche centinaia di metri giungiamo ad un punto di intersezione segnalato da un omino di pietra e che indica la deviazione verso Nuraghe Mereu ed il cuore di Sas Baddes.
CUILE MEREU
Da qui in poi l’ampia carrareccia lungo la quale avevamo camminato sin’ora si trasforma in un sentiero più articolato ma sempre ben visibile e piacevole che si addentra senpre più nella foresta sino ad arrivare al Cuile Mereu. Questo è ben tenuto e presenta un tavolo ricavato da tronchi antistante l’entrata rendendolo un luogo perfetto dove riposarsi o pernottare.
Trascorriamo qualche minuto presso il cuile per poi riprendere in direzione del vicino Nuraghe. L’avvicinamento avviene lungo il sentiero che attraversa il cuore di Sas Baddes la quale ne cela sino all’ultimo la presenza. Data la sua posizione su un affioramento roccioso nel mezzo della foresta non si riesce ad intuirne la presenza se non negli ultimi metri, quando gli evidenti segni ed omini di roccia non ne rivelano la posizione.
NURAGHE MEREU
Il Nuraghe Mereu, il cui nome corretto è Nuraghe Intro ‘e Padente (dentro la foresta), si erge su un affioramento roccioso ed è costruito con le bianche pietre calcaree che caratterizzano tutto il Supramonte. Il nuraghe è di tipo trilobato, cioè costituito da tre ambienti separati, ma, dopo lo scempio attuato dai tombaroli, ne rimane solo quello centrale e più ampio, circondato dalle macerie degli altri due ambienti.
Dal Nuraghe si domina quasi interamente il Supramonte con una vista privilegiata verso NORD-EST delle Gola di Gorropu, della Codula Manna, della Costa ‘e Monte, verso SUD-EST il Supramonte di Urzulei, verso SUD-OVEST il Supramonte di Orgosolo con il territorio da cui proveniamo ed ad OVEST con le creste di Punta Sa Pruna e Punta Solitta.
Poco lontano, lungo la cresta che separa il Rio Titione sulla sinistra ed il Rio Flumineddu sulla destra si nota un altro nuraghe e altri resti di antiche costruzioni appartenenti al complesso di Nuraghe Gorropu e gli ovili di Presethu Tortu.
CODULA SAS BADDES
Riprendiamo il cammino che, in questo ultimo tratto, risulterà quasi completamente senza sentiero ed all’interno della parte più antica della Foresta Sas Baddes e che ci porterà con direzione SUD verso Su Disterru.
Questa è la parte più difficile dell’intero trekking ma, con la sola accortezza di “leggere” il terreno che si affronta e passando per le vie più naturali siamo riusciti a percorrere quella che, secondo noi, è la via migliore per raggiungere Su Disterru direttamente.
NOTA: Per chi non volesse affrontare questa difficile parte consiglio di ritornare sul sentiero percorso in precedenza sino all’entrata di Sas Baddes all’incrocio di Su Mudrecu e da qui percorrere il sentiero verso SUD-EST che ci porta all’entrata meridionale di Sas Baddes e dalla quale è facilmente raggiungibile, con un breve tratto di sentiero, Su Disterru.
Per chi vuole percorrere il nostro stesso tracciato, dal Nuraghe Mereu si entra nella foresta seguendo il percorso più semplice in direzione sud e si riesce ad intravedere, in alcuni tratti, il segno di passaggio. Il terreno risulta difficile ma seguendo, come accennavo, le vie naturali, quali radure, passaggi d’acqua e di animali giungiamo all’entrata di una codula (gola creata dall’azione erosiva degli elementi) che all’inizio risulta ampia e con la direzione corretta. Da notare che, normalmente, è sconsigliabile entrare in una codula se non si è più che sicuri che vi sia possibilità di passaggio poichè, in un territorio carsico non è difficile che l’acqua stessa crei salti o voragini che non è possibile oltrepassare senza un’attrezzatura e un’esperienza adeguata. Noi non potevamo escludere la possibilità di un salto e man mano che ci addentravamo c’erano sempre più indizzi che preannunciavano un passaggio inarrivabile per noi ma, fortunatamente dopo una stretta curva ed un ripido passaggio siamo riusciti ad uscirne giungendo in un punto in cui iniziava un accenno di sentiero.
CAMPU DE SU DISTERRU
Da questo punto il sentiero si fa sempre più definito e facile da percorrere sino a giungere in una grande radura chiamata Campu de Su Disterru in cui approntiamo il nostro bivacco.
Da questa radura, dove è molto facile trovare un branco di maiali semi selvatici abituati alla presenza umana, è possibile raggiungere la Voragine di Su Disterru risalendo l’adiacente collina alla cui sommità si apre la voraggine.
SU DISTERRU ORGOLESU
Su Disterru Orgolesu, per distinguerlo da altre voragini con lo stesso nome come il più famoso Su (Di)Sterru di Baunei, è una voragine carsica (dolina) profonda circa 240 m che si apre sulla cima di una formazione rocciosa collinare e che, con molta probabilità, fa parte del vastissimo sistema di grotte carsiche che si sviluppano all’interno di tutto il Supramonte.
La voragine incute un certo timore con la sua apertura adorna di liane, licheni e piante ed in cui la luce ben presto lascia il posto ad un cupo oblio.
SECONDO GIORNO
La mattina ci svegliamo alle prime luci dell’alba e dopo un’abbondante colazione ci rimettiamo in cammino per quella che sarà una lunga camminata su sentieri e carrarecce sino a Monte Novo San Giovanni.
CUILE SAS BADDES
Prima di uscire dalla foresta andiamo a visitare il vicino Cuile di Sas Baddes che si trova in una ampia radura in cui sono ben evidenti i segni lasciati dagli animali che in questo luogo trovano un riparo ed un punto di aggregazione.
Uscendo da Sas Baddes ci troviamo nuovamente all’aperto nel Campu de Su Mudrecu del quale attraversiamo la parte più meridionale e proseguiamo in direzione SUD-OVEST verso Punta Arzane. Il sentiero ben presto si trasforma in un’ampia carrareccia che, avvicinadoci al passaggio tra Punta Arzane e S’Ischina Cabaddaris, si addentra in una bella lecceta sino ad arrivare ad un’ampia e brulla valle in cui si trovano i resti di una tomba di giganti e poco lontano la fonte di Sa Seneppida.
La fonte si trova in un’area recintata e attrezzata di tavoli in cui ci fermiamo per rinfrescarci, riprendere le forze e mangiare.
Da questo punto riusciamo a vedere bene la nostra meta, Monte Novo San Giovanni, ma ancora diversi chilometri ci aspettano.
S’ELIGHE E’ TUREDDU
Riprendiamo a camminare scendendo verso il rio Tureddu che subito dopo il guado costeggiamo per andare a vedere il famoso Elighe ‘e Tureddu, un leccio centenario che è cresciuto su una immensa roccia e che abbiamo visitato in un’escursione dedicata solo a lui (Tureddu) .
Riguadagnato il guado affrontiamo la lunga e ripida salita che attraverso il bosco risale il fianco orientale di Monte Su Biu passando dai bellissimi cuili di Su Vadu ‘e S’eni (Cuili Sos Sios), per poi scendere verso la vallata dove sorgono i Cuili de Honeai e risalire tra Monte Nieddu e Monte Novo San Giovanni sino alla Baracca di Ziu Mulittu Iseri. Questa è la parte più faticosa da affrontare poichè la stanchezza di due giorni di cammino e le molte salite e discese si fanno sentire prepotentemente. Un ultimo strappo per risalire il fianco di Monte Novo San Giovanni e raggiungiamo la nostra auto parcheggiata nel bosco dei pipistrelli.