Escursione da Orgosolo ad Oliena
L’escursione da Orgosolo ad Oliena che ci farà percorrere gran parte delle creste occidentali del Supramonte, con un passaggio particolarmente suggestivo e poco conosciuto in due giorni estivi dal meteo autunnale.
Quando il nostro amico Antonio ha condiviso con noi il suo progetto di percorrere tutte le creste del Supramonte occidentale da Orgosolo ad Oliena non ho esitato un attimo a dargli la mia disponibilità per l’avventura che si preannunciava dura ma molto gratificante per i paesaggi ed i luoghi che avrei ammirato.
Personalmente sono innamorato del Supramonte di Orgosolo e dei suoi ampi spazi oltre che dal suo territorio che spesso nasconde delle vere e propri perle escursionistiche.
Partenza
Dopo aver lasciato un’auto al parcheggio di Monte Maccione, sulla strada che da Oliena porta verso Tuones e S’Iscala e Pradu, ed aver raggiunto con l’altra auto la caserma di Ilodei Malu a Montes, che segna l’entrata più comoda per il Supramonte di Orgosolo, iniziamo in nostro trekking lungo la sterrata che ci porta in fondo alla vallata creata dal Fiume Cedrino che nasce poche decine di metri più a monte, per poi risalire sino alla fonte di Sos Porcargios.
Verso Ottulu
Da qui proseguiamo lunga la carrareccia che abbiamo già percorso in precedenti escursioni (Ottulu) sino ad arrivare in località Ottulu e da cui usciamo tenendo la sinistra e proseguendo sulla carrareccia che costeggia il fianco ovest di Punta Gantinarvu sino ad arrivare al punto di scollinamento e presso il quale, alla nostra destra è ben evidente un passaggio senza arbusti che prosegue verso Punta Gantinarvu stessa, ma che ben presto diviene sempre più indecifrabile e coperto dalla vegetazione.
Questo tratto è risultato alquanto difficoltoso in quanto la vegetazione ha chiuso la traccia in diversi punti ed il passaggio degli animali ne ha creati di altri confondendo il percorso da seguire che, però, deve rimanere in direzione delle alte guglie di roccia che è possibile scorgere subito alla sinistra di Punta Gantinarvu.
S’Harpidura
Prendendo come riferimento queste guglie si arriva in prossimità della parete in cui una ripida salita reca i segni evidenti di calpestio ed un omino sulla destra non fa che confermare la correttezza del luogo. Siamo giunti all’entrata di un passaggio particolarmente nascosto ed impervio oltre che spettacolare che prende il nome di Sa Harpidura, uno spacco tra due pareti di roccia la cui larghezza è perfetta (a tratti fin troppo!!) per permettere il passaggio di un uomo.
S’harpidura è in leggera salita (per chi proviene dalla nostra direzione) e presenta al suo interno un paio di scalini rocciosi ed una evidente inclinazione sull’asse verticale verso destra (per chi proviene dalla nostra direzione); tutto questo sarebbe affrontabile senza particolari problemi con zaini piccoli ma noi, che avevamo zaini da due giorni, abbiamo dovuto faticare non poco per trascinarceli legati a dei cordini lungo il passaggio.
Pioggia, Lampi e Fulmini
Usciti dalla spaccatura ci ritroviamo in cresta pronti per affrontare il percorso che ci porterà sino a Punta Su Pruna ma ci rendiamo subito conto che il meteo ha per noi ben altri programmi e una pesante pioggia con tanto di fulmini e lampi ci impone di scegliere velocemente una via alternativa.
Qui mi sembra giusto fare una piccola digressione per parlare di sicurezza e di programmazione.
La situazione in ci siamo trovati, in cima con pioggia battente e fulmini, non è una condizione da prendere con leggerezza e bisogna nel più breve tempo possibile trovare una soluzione che preveda di allontanarsi dalla cresta montuosa e trovare un riparo più in basso.Vi è, inoltre, il pericolo rappresentato dal terreno che diviene scivoloso e che, per quanto riguarda le rocce di calcare tipiche del Supramonte, diventano simile al sapone. Cosa altrettanto importante è sapere esattamente dove ci si trova e quali alternative si hanno in modo da non trovarsi in situazioni ancor più pericolose.
Cuile Tziu Carmineddu (Intro ‘e Montes)
Dopo aver indossato le giacche impermeabili ed i copri zaino scegliamo di scendere verso il Cuile Intro ‘e Montes (nome locale Cuile Tziu Carmineddu) e nel quale ci ripariamo per un paio d’ore attendendo che migliori il tempo.
Notte al Cuile S’Horada Hamposa
Decidiamo di ripartire e raggiungere il Cuile S’Horada Hamposa, caratteristico per essere costruito sotto una grande quercia e sull’altipiano che separa il massiccio di Sa Pruna e la gola del Rio Titione, e che ci mette a disposizione un luogo perfetto dove montare le nostre tende e passare la notte. Notte che ci riserva una pioggia battente ed ininterrotta sino alle prime luci dell’alba e che ci ha permesso di testare con gran soddisfazione la nostra attrezzatura (Tende NatureHike)
Una piccola nota tecnica riguardo le performance delle nostre tende in un situazione in cui ha piovuto ininterrottamente per tutta la notte e con una temperatura che non è mai scesa sotto i 10° C e senza vento ha evidenziato alcune caratteristiche delle tende stesse.
Avevamo due tende a telo singolo ultraleggere, la NatureHike Tagar 2 e una Ferrino Sintesi 2 , ed una più performante in queste situazioni, NatureHike CloudUp 2X che si sono comportate egregiamente proteggendoci dalla tempesta che si stava abbattendo sopra di noi ma, come era prevedibile aspettarsi, le due tende a singolo telo (Tagar e Sintesi) hanno sofferto del problema della condensa e, nel caso della Sintesi in cui vi era una persona di statura elevata ha portato all’inzuppamento del sacco a pelo che è venuto in contatto con le pareti.
Secondo giorno verso Taletho
Dopo una frugale colazione ed aver smontato le tende ci mettiamo in marcia sul sentiero che sale verso Taletho e che ci farà visitare Purthari e la sua mandra nascosta in una foresta fiabesca e rigogliosa con alberi enormi e dove ogni cosa è ricoperta da uno spesso e verdissimo strato di muschio.
Il sentiero è facile da seguire e spesso sono presenti degli omini nei punti di più difficile orientamento e giungiamo, dopo aver intercettato il sentiero 443 proveniente da Su Suercone, in zona Taletho, con il suo Lahu (vasca naturale di raccolta acqua per gli animali) sulla destra ed il Presetthu (vasca seminaturale e coperta da tronchi di ginepro per la raccolta d’acqua riservata agli umani) sulla sinistra.
Le creste
Da qui continuiamo la facile ascesa verso S’Arenarju dove facciamo una pausa per poi riprendere la sterrata che prosegue in discesa verso la località Ala Sennora, un ampia zona di pascolo che segna il confine tra Orgosolo ed Oliena e che ci dà accesso al sentiero 402 in ripida ascesa sino a raggiungere Punta Cateddu.
Il 402 in seguito diviene sensibilmente meno ripido e, percorrendo la cresta montuosa si arriva all’attacco di Scala Marras segnalato da un palo con segnavia da cui è possibile godere di un panorama mozzafiato di tutto il Supramonte e, se si è fortunati con le condizioni meteo, si può spaziare sino ad ammirare il mare, Tavolara, il Gennargentu e molto altro…
L’escursione si conclude percorrendo la lunga discesa di Scala Marras che ci porterà sino alla fonte di Daddana e, da qui su strada asfaltata, sino al parcheggio di Maccione dove abbiamo lasciato la prima auto.
Un grazie al nostro amico Antonio con cui abbiamo condiviso due “bellissime” giornate!! Alla prossima.
Tracce GPS:
Prima parte – Caserma Ilodei Malu (Montes) – S’Harpidura ‘e Adarre – Cuile Tziu Carmineddu (Intro ‘e Montes)
Seconda Parte – Cuile Tziu Carmineddu (Intro ‘e Montes) – Cuile S’Horada Hamposa