Il Cuile – Pinnetto Sardo
La maggior parte dei nostri trekking tocca sempre almeno un cuile pinnetto (pinnettu) sardo, le antiche case dei pastori, ed in questo articolo andiamo a rendergli omaggio.
Ogni volta che percorriamo i sentieri del Supramonte con molta probabilità stiamo ripercorrendo i tragitti che i pastori sardi utilizzavano per andare da un luogo ad un altro, per spostare il bestiame o per andarlo a recuperare e per andare in quella che era la loro casa per gran parte dell’anno, i cuili.
I cuili erano le antiche dimore dei pastori del Supramonte presso i quali accudivano il bestiame, capre, maiali e buoi e presso i quali gestivano tutte le attività ad essi correlati quali mungitura, produzione del formaggio e protezione dai predatori.
Nati dall’esigenza di poter lavorare con il proprio bestiame, nell’impossibilità di pagare per l’affitto di terreni ben più comodi e facili di proprietà dei “signori”, spesso sono stati costruiti in luoghi impervi e raggiungibili con molta difficoltà su terreno comunale che veniva ceduto in uso (spesso a titolo gratuito) in modo da poter dare sostentamento alla propria famiglia.
Il Pinnettu, la mandra, le cumbulas e le cherinas
Il cuile era costituito da una struttura principale chiamata Pinnettu o Barraccu che costituiva l’abitazione del pastore e da altre strutture più o meno attigue che erano dedicate alla gestione del bestiame. La mandra o “Sa Corte“, un fitto recinto di tronchi angolati verso il suo interno, era riservato alle capre ed in cui vi erano altre strutture chiamate “cherinas” in cui vi si rifugiavano i capretti.
Questa struttura poteva essere anche di grandi dimensioni a seconda del numero di animali che costituivano il gregge e rappresentava una difesa contro il predatore per eccellenza del Supramonte: l’aquila.
I maiali venivano ospitati in piccole e basse capannine di rami chiamate “cumbulas“.
Sa muraddina
Il pinnettu era costruito da un basso muro perimetrale in pietra su cui venivano innalzati dei tronchi di ginepro sino a creare una struttura conica di 3/4 metri di altezza i quali venivano in seguito ricoperti da frasche.
Questa struttura riparava dalla pioggia ma permetteva la fuoriuscita del fumo proveniente dal “fochile“, una piccola area ricavanta nel pavimento di forma rettangolare che ospitava il fuoco necessario per scaldarsi e per produrre il formaggio.
In alcuni pinnettos veniva costruita una struttura sulla sommità, chiamata “cugumenale“, che proteggeva ulteriormente dalla pioggia e dalla neve.
All’interno del muretto vi si potevano ricavare dei ripostigli per i pochi averi e una serie di tavole di legno appese al soffitto davano la possibilità di riporre le pentole per il formaggio, il cibo e gli attrezzi.
La maggior parte dei cuili aveva un solo pinnetto per il pastore, l’eventuale servo-pastore e/o gli altri componenti della famiglia che periodicamente potevano soggiornarvi ma in rari casi sono stati costruiti due o più cuili adiacenti o addirittura comunicanti (vedi cuile Onamarra).
Cuili – nuova vita
Quasi tutti i cuili sono stati abbandonati nel secondo dopoguerra e ben presto di essi sono rimasti solo ruderi ed alcuni sono stati inghiottiti dalla macchia rendendoli addirittura difficili da individuare ma grazie al lavoro di diversi gruppi di volontari locali sono stati recuperati e restaurati.
Le ristrutturazioni sono state eseguite in diversi momenti e vanno avanti ancora oggi grazie a progetti Regionali quali “Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei – Su Suercone”, alle attività di gruppi di volontari quali il “Comitato per il ripristino de Sos Cuiles” di Dorgali con a capo Angelo “Anzelinu” Carta, il Gruppo Andalavè di Baunei, i gruppi di volontari e cacciatori di Oliena ed Orgosolo che con grandi sforzi hanno ricostruito molti dei Cuili restituendoli alla comunità, valorizzando un territorio ed attraendo il cosìdetto “Turismo Attivo”.
Oggi sono davvero pochissimi i cuili che mantengono il loro uso originario e la maggior parte possono essere utilizzati come punto di sosta per i moltissimi trekking/hiking ed escursioni che si tengono in tutto il Supramonte.
Preservare i Cuili
Proprio per questo nuovo uso che viene fatto dei Cuili mi preme ricordare poche e semplici regole da rispettare per utilizzali:
- Rispettare il luogo per quello che era in passato; un luogo di lavoro, solitudine e spesso sofferenza.
- Rispettare il luogo per il lavoro che hanno fatto ai giorni nostri le persone che lo hanno ristrutturato.
- Rispettare il suo contenuto. Spesso i cuili vengono utilizzati dai gruppi di cacciatori o dai discendenti dei vecchi utilizzatori (hussorjales in Orgolese) o dai locali ed al loro interno vi si potrebbero trovare degli oggetti di loro proprietà, sino addirittura cibo per i più frequentati. Lasciate tutto com’è e non portate via nulla.
- Fate particolare attenzione alla gestione del fuoco all’interno del Cuile, all’esterno dello stesso ed alla gestione della legna. Non tagliate rami o alberi intorno al cuile ma cercate di utilizzare con parsimonia rami e tronchi già abbattuti che spesso si trovano nelle vicinanze. Spesso le nevicate invernali abbattono rami ed alberi, utilizzateli per fare il vostro fuoco e, magari, create una catasta per quelli che verranno dopo di voi. I ginepri non vanno toccati assolutamente!
- Il fuoco all’interno del Cuile va tenuto bassissimo ed all’interno del foghile ed accuratamente spento alla nostra partenza. Ricordatevi che in Sardegna vige il divieto di accendere qualsiasi tipo di fuoco nel periodo estivo.
- Non lasciate nulla di vostra proprietà nel Cuile. Non lasciate bottiglie, graticole, pacchi di sale, stuoini, buste, etc ed, ovviamente, la vostra spazzatura!!
- I vostri bisogni andrebbero fatti lontano dal Cuile e scavando una piccola buca che ricoprirete in seguito.
Non importa se si è sardi, italiani, svedesi o tedeschi, comportatevi sempre come stranieri in casa di altri ed in cambio sarete accolti come i migliori degli amici.
3 risposte
[…] Cuiles, Cuiles Su Badu ‘e S’Eni. Sono gli ovili dei pastori, con le caratteristiche Pinnette che costituiscono ricoveri per gli abitanti, costruiti su base di pietra e copertura in legno e […]
[…] diversi saliscendi e diverse diramazioni, segnalate con dei cartelli, che porta ad altre calette o cuili. Il trekking prosegue sempre su questa mulattiera formata da rocce e da terra di colore rosso, […]
[…] cuiles ono gli ovili dei pastori, con le caratteristiche Pinnette che costituiscono ricoveri per gli abitanti, costruiti su base di pietra e copertura in legno e […]