Punta Corrasi – Vruncu Arvu – Su Hordu
L’escursione che vi descriverò, che da Punta Corrasi, passando per Vruncu Arvu ci porterà a Su Hordu è, per una certa difficoltà, per i paesaggi maestosi e per la storia dei luoghi visitati, una delle esperienze più belle ed appaganti che abbia mai vissuto in un trekking e cercherò, per quanto possibile, di trasmettervi queste sensazioni nel racconto della nostra escursione a Punta Corrasi – Vruncu Arvu – Su Hordu.
Come al solito abbiamo pianificato il percorso dell’escursione a tavolino con mappe digitali ed altri tracciati GPS, oltre che raccogliendo notizie su passaggi e difficoltà del terreno ed attingendo dall’ottima guida di Leo Fancello Trekking dei Cuiles , in modo da poterne valutare la reale fattibilità.
La pianificazione prevedeva di arrivare al Cuile Amida Masula partendo da Pradu, salendo in cima a Punta Corrasi per poi riscendere verso Vruncu Arvu e Su Hordu e ritorno dallo stesso percorso. In ogni caso, poiché i chilometri da percorrere erano notevoli, avevamo previsto una seconda via di ritorno, senza risalire a Punta Corrasi, utilizzando Scala Marras per il rientro. Per semplicità ho suddiviso mentalmente il percorso in quattro parti in modo da poterne gestire più facilmente la fattibilità nel momento in cui le avremmo affrontate.
- L’ascesa a Punta Corrasi
- Tratto sino a Su Hordu
- Tratto sino al Cuile Amida Masula (opzionale a seconda delle condizioni fisiche e del tempo a disposizione)
- Rientro
- Rientro da Punta Corrasi
- Rientro da Scala Marras
Scala ‘e Pradu
La partenza è programmata nel punto più alto che è possibile raggiungere con un’automobile non 4×4 su scala ‘è pradu, la strada/carrareccia che da Oliena sale sul massiccio del Corrasi finendo in località Pradu. Sappiamo che, comunque, non sarà possibile arrivare oltre il cuile Tuones e, grazie all’intervento di risanamento della strada da parte del Comune di Oliena riusciamo in questo intento.
Lasciata l’auto a poche decine di metri dal Cuile Tuones iniziamo la nostra ascesa sino ad arrivare al termine della carrareccia da dove è possibile ammirare la bellezza del paesaggio lunare del Corrasi. Di fronte l’altopiano di Pradu, alla nostra sinistra in direzione nord Punta Carabidda e Punta Ortu Camminu e poi Punta Sos Nidos e Punta Mugrones e l’inconfondibile Punta Cusidore mentre sulla nostra destra ammiriamo Monte Corrasi.
Ci dirigiamo verso SUD e dopo poco scorgiamo alla nostra destra una serie di grosse pietre verticali disposte in cerchio intorno ad un altare in pietra a ricordo del luogo in cui nel 1966 vennero girate le scene del sacrificio di Isacco del colossal “La Bibbia” di John Huston (frammento).
Punta Corrasi
Proseguiamo nella lunga salita verso Punta Corrasi, che raggiungiamo dopo circa 1 ora e 35 minuti di ascesa lungo il bellissimo sentiero, dal quale si può godere la vista di tutto il massiccio.
La fatica è ripagata ampiamente dalla maestosità del panorama che, dai 1463 m di Punta Corrasi, spazia in tutte le direzioni per moltissimi chilometri rinfrancando il cuore e gli occhi e dandoci la possibilità di recuperare le forze in vista della sezione successiva del trekking.
Discendiamo per circa 200m attraversando piccole gole e passaggi tra nurre in un ambiente che, a differenza del versante affrontato in ascesa, risulta meno arido, con una flora molto più rigogliosa ed un terreno più comodo da affrontare.
Chelle
Le nurre a sud di Punta Corrasi segnano la fine della zona chiamata Chelle ed un incrocio con un sentiero alla nostra destra, in ripida discesa, segna l’inizio della zona chiamata Scala Marras. Quest’area in realtà indica la parete Est del massiccio e costituisce una delle vie di uscita. Il primo sentiero in discesa verso Est in effetti non è la più conosciuta via chiamata Scala Marras ma un sentiero parallelo.
Dopo meno di un chilometro troviamo un secondo e ben più evidente incrocio di sentieri da cui diparte, ugualmente verso Est, il vero sentiero di discesa di Scala Marras che segniamo nel nostro GPS e proseguiamo lungo un meraviglioso sentiero che ci porta facilmente ed attraverso alcuni passaggi caratteristici ad un ulteriore incrocio ben segnalato presso una punta rocciosa alla nostra sinistra.
Vruncu Arvu
Da qui svolteremo verso la nostra sinistra e fiancheggiando la punta sino a scorgere in fondo della discesa, lungo il fianco della montagna, in un piccolo pianoro, i resti del primo dei tanti cuili Vruncu Arvu che raggiungeremo abbastanza facilmente.
Dal punto in cui sorgeva il cuile, andato distrutto in un incendio, insieme agli altri poco distanti, è possibile ammirare un panorama senza eguali che, in caso di giornata tersa vi darà la possibilità di spaziare con lo sguardo su tutto il supramonte sino ad arrivare a Dorgali, Orosei ed il mare.
Lungo il fianco della montagna vi sono gli altri cuili e le loro mandre dai quali proseguiamo la nostra discesa verso Su Hordu.
Questo tratto del percorso è molto più impegnativo poichè si affronta un terreno molto più aspro ed insidioso oltre che in alcuni punti in forte pendenza ma basta avere l’accortezza di non scendere troppo e di “aiutarsi” con dei punti di riferimento naturali, quali un grande albero secco e si ritroverà quasi subito un sentiero ben visibile. Nella nostra traccia di andata abbiamo fatto l’errore di scendere troppo, facendo riferimento ad una Waypoint errato ed abbiamo dovuto faticare non poco per trovare la baracca di Su Hordu.
Su Hordu
La baracca di Su Hordu è situata su una piccola punta rocciosa circondata da rocce e quindi, paradossalmente risulta ben visibile da lontano mentre quando ci si trova nelle sue vicinanze è più difficile scorgerla.
Presso la baracca consumiamo il nostro pasto ed ammiriamo il grande lavoro che è stato fatto per costruirla e mantenerla abitabile e confortevole.
Mi preme ricordare che rifugi come la baracca di Su Hordu e tutti i pinetti (cuili) sono il frutto di grande fatica di persone (cacciatori, pastori e volontari) che li hanno costruiti e/o restaurati per la memoria storica e per l’utilizzo comune e che devono essere mantenuti nello stato in cui sono stati trovati o, se possibile, migliorati. Alcune regole fondamentali sono:
- non lasciare rifiuti, quello che produci riportalo con te.
- non lasciare cibo, se non lo mangi tu non penso che qualcuno lo mangerà mai.
- limita il fuoco se lo accendi nelle strutture e accertati di spegnerlo bene.
- non lasciare bottiglie di acqua o vino.
- non lasciare sacchi a pelo, stuoie o coperte.
- non lasciare saponi, dentifrici, fazzoletti, etc
- accertati di richiudere la porta e le eventuali finestre per evitare che entrino animali .
- non pretendere di essere in una camera di hotel, se non è abbastanza pulito per te, datti da fare e pulisci meglio che puoi. Gli altri te ne saranno grati.
- se non ti va di pulire o se dopo che hai pulito non è ancora vivibile per te, sei libero di dormire fuori.
- se trovi qualcosa rotto che può essere utile, aggiustalo.
- se vuoi lasciare un utensile che hai con te (sega, roncola, scopa, accetta,…) sei libero di farlo.
- NON SCRIVERE SUI MURI CHE SEI PASSATO!!
- ricordati che sei ospite, comportati come tale.
- non usare indiscriminatamente la legna che trovi nelle vicinanze, potrebbe essere la legna di ginepro utilizzata per restaurare il cuile.
Ritorno da Scala ‘e Marras
Dopo esserci rifocillati e riposati ed aver fatto il punto sul percorso affrontato sinora e sul percorso che ci avrebbe atteso sino al Cuile Amida Masula, decidiamo di ritornare sui nostri passi senza raggiungerlo e di ritornare all’auto utilizzando il percorso alternativo che passa da Scala Marras. La risalita in direzione di Punta Corrasi, Chelle, risulta abbastanza impegnativa ma sicuramente facilitata dalla presenza del sentiero che in andata avevamo perso e che ci permette di passare presso una “lahana” (le antiche pozze raccogliere l’acqua) chiamata Su Lahu ‘e Su Hordu.
Infine giungiamo all’incrocio dei sentieri che precedentemente avevamo segnato e che indica l’inizio di Scala ‘e Marras.
Il sentiero di Scala Marras taglia in discesa la costa occidentale del Corrasi per poi unirsi ad una sentiero/carrareccia che porta la zona denominata Daddana ed infine a Tuones che segna la fine della nostra escursione.